In relazione di quanto è accaduto ieri, e in attesa che qualcuno ci dica qualcosa, continueremo a ipotetizzare e ragionare in base all'esperienza professionale.
Quando si era abbassato il livello di traffico, il capo ufficio avrà detto a suo fidato collaboratore: "spegni tutto". Detto, fatto, il ragazzino, fiero dell'incarico, è andato all'armadio e ha tirato giù l'interruttore. Quando poi è calato il silenzio in sala, dal lontano si sentiva un "Aaaargh" di qualcuno, che solo allora ha realizzato il peso dell'ignoranza. Il prediletto studente, anziché avviare lo shutdown, ha scelto la via più breve.
Non vorrei pensare alla ripassata che gli hanno dato, povero gattino. La colpa ovviamente non è di chi ha tirato l'interruttore, ma chi l'ha ordinato senza specificare. Perché avrebbe dovuto sapere meglio, che non siamo in grado di intuire.
Ma che colpa ha poi in fondo? Che cosa c'è di male se si viene a mancare Internet per qualche ora? Ecco la domanda chiave. Siamo ormai dipendenti da un sistema in mano a pochi e ci troviamo di fatto manovrabile in tutte le nostre decisioni. Il nostro lavoro vive e cessa con Internet. Non siamo forse andato troppo lontanto?
Siamo noi in errore e perseveriamo. A qualunque costo. E continueremo a pagare il pegno. Tutti i giorni.